Storie di eroi che hanno fatto grande la Grecia, riuscendo a spezzare l’oppressione turca, risplendendo di luce propria, la luce dalla patria e dell’appartenenenza.
Cosi’ e’ stato per Theodoros Kolokotronis, conosciuto come il “Vecchio di Moria” (Ο Γέρος του Μοριά) nato nel 1770 a Ramovuni (Pαμοβούνι) di Messinia (Mεσσηνίας), una montagna vicino ai confini di Arkadia (Αρκαδία). Theodoros proveniva dalla grande famiglia dei Kolokotronei (Κολοκοτρωναίων) ed era figlio di Konstantinos Kolokotronis, deceduto nella persecuzione di klefturia (l’insieme dei kleftes) dopo la cacciata degli albanesi da Peloponneso (1780). Stabilito a Alonistena (Αλωνίσταινα) di Arkadias (Αρκαδίας), a soli 15 anni collaboro’ con il Capetano Zaharias (Ζαχαρίας) e nel 1792 partecipo’ agli scontri contro i turchi. Nel 1805 salpo’ verso Zante per cercare un accordo con i russi, ma non riusci’ nel suo intento.
L’anno successivo la sua famiglia venne quasi interamente sterminata dai turchi: 28 cugini e suo fratello Giannis Zorbas (Γιάννης Ζόρμπας) persero la vita a seguito di un tradimento. Theodoros perseguitato riusci’ a raggiungere finalmente Zante. A Eftanisa (Εφτάνησα) conobbe Kapodistrias (Καποδίστριας) e gli oplarxigoi (οπλαρχηγοί= capi di formazioni irregolari) di Suli (Σούλι) tra i qualli anche Botsaris (Μπότσαρης e Tzavelas (Τζαβέλας).
Sino al 1816 presto’ servizio come ufficiale nell’esercito inglese ma solo a due condizioni: di non togliersi la fustanela (φουστανέλα) greca, ne’ di allontanarsi dalla Grecia. Si congedo’ con il grado di maggiore e nel 1818 fu iniziato alla Filiki Etaireia.
Nell’inverno del 1821, travestito da frate, si diresse a Kardamili (Καρδαμύλη) di Mani (Μάνη) per partecipare alla Rivoluzione. Il 23 Marzo entro’ con i maniates (Μανιάτες=abitanti di Mani) come liberatore a Mani (Μάνη).
Svolse il delicato ruolo di consigliere per Petrobeis Maromihalis (Πετρομπέης Μαυρομιχάλης), Papaflessas (Παπαφλέσσας) e gli alri oplarxigoi, con l’intento di impadronirsi di Tripoli (Τρίπολη) per poter cosi’ consolidare la Rivoluzione. Non avendo loro accettato la sua linea, Kolokotronis decise cosi’ di organizzare da solo l’esercito per i suoi intenti. A seguito di numerosi fallimenti e capovolgimenti di fronti, mise sotto assedio la capitale di Moria (Μοριάς=Peloponneso) con l’aiuto anche di coloro che al inizio non erano d’accordo con lui. Tripoli fu presa nel settembre del 1821.
L’anno dopo, in occasione della spedizione militare di Dramali (Δράμαλης), Kolokotroni riusci’ ad impedire l’avanzata a Milus (Μύλους) di Lerni (Λέρνης) e a Dervenachia (Δερβενάκια) sconfissa una volta per tutte i turchi.
Il valore morale ed umano di questo personaggio e’ stato riconosciuto nel tempo da tutti gli storici, che lo hanno proclamato comandante supremo.
Quando infurio’ la guera civile, Kolokotroni perse il figlio Panos (Πάνος) e addolorato si consegno’ agli avversari che lo rinchiusero nel monastero del Profeta Ilias (Προφήτης Ηλίας) a Idra (Ύδρα). Con lo sbarco di Ibraim (Ιμπραήμ) nel Peloponneso, Theodoros venne liberato e immediatamente riprese il comando.
Presto’ il suo coraggio ad Ibraim con la guerriglia (kleftopolemos) e lotto’ contro quelli che avevano venerato l’invasore, fino la battaglia storica di Navarino (Ναυαρίνο) datata 8/20 Ottobre 1828.
A seguito della liberazione si schiero’ dalla parte di Kapodistria. Durante la reggenza venne pero’ accusato di estremo tradimento, e per questo fu imprigionato a Its Kale (Ιτς Καλέ) di Nafplio (Ναύπλιο) e condannato a morte. Con la proclamazione di Othona (Όθωνας) re della Grecia gli venne concessa l’amnistia e fu in seguito nominato Consigliere dello Stato.
Dal 1834 il “Vecchio di Moria” si stabili’ ad Atene dove visse fino al 1843.
(Archivio storico: Francesca Christopulos)