Quando un Paese deve molto alle sue donne. Il ruolo femminile nella storia è sempre stato densamente rappresentato da numerose esponenti. Anche allo stato attuale possiamo disporre di ottimi esempi, nella politica ed in tutte le professioni, potendo citare ad esempio Anna Angelopulu o Dora Bakoianni. Particolare riferimento meritano due figure fondamentali della storia ellenica, Mandò Mavrogenus e Laskarina Bubulina.

 

Mandò Mavrogenus nacque nel 1796 a Trieste, dove il padre Nikolaos e l’intera famiglia entrarono a far parte della ‘Filiki Etaireia’. Quando ebbe inizio la rivoluzione Mandò e suo padre si trasferirono a Mikonos, loro terra di origine. Lì Mandò svolse un ruolo primario nell’incitare fattivamente l’intera isola contro i Turchi. Volendo con tutte le forze combattere per la libertà contro ogni forma repressiva, Mandò riuscì nella difficile impresa di armare due navi e così combattere i pirati, il tutto con il solo sostegno delle proprie dracme.
Durante la rivoluzione allestì un suo corpo militare, indossando personalmente una divisa e partecipando a tante battaglie, tra le quali si ricorda la spedizione contro Karistos. Una delle sue più pregevoli azioni, fu quella di guadagnarsi la simpatia delle donne francesi. Quando la rivoluzione cessò i suoi ultimi strascichi, Mandò partì alla volta di Nafplio dove, con la risoluzione finale, le venne attribuito il grado di “tenente generale”. Gli fu assegnata anche una casa vicina a quella di Dimitrios Ipsilantis, il quale si invaghì di lei. In seguito per ordine di Koletis, Mandò venne espulsa per interrompere così i rapporti con Ipsilantis. Morì in grande povertà a Paros, dove era ospite di alcuni parenti nel 1840. Fa specie riflettere su un dato quantomai significativo. La stessa eroina che nel corso della sua vita aveva impiegato tutti i suoi averi per la libertà del suo popolo, morì poi povera: quando gli ideali prevaricano il materiale.

 

 

Laskarina Bubulina nacque nel 1776 e morì nel 1825. Suo padre Stavrianos Pinotsis, trascorse i suoi ultimi giorni nelle prigioni di Constantinopoli (Istanbul) e sua madre si risposò con Dimitrios Orlof, originario di Spetses. Per questo Bubulina nacque a Constantinopoli e visse a Spetses dove si sposò con Dimitris Gianuzas, capitano originario dell’isoletta. Gianuzas annegò durante un viaggio, scontrandosi con i pirati algerini, lasciando Bubulina vedova e con tre figli.
La donna si sposò per la seconda volta con il capitano originario di Spetses, Dimitrios Bubulis, il quale perse la vita nel 1811 durante uno scontro con gli algerini lasciando a Bubulina una grande eredità. Il governo turco, essendo a conoscenza del fatto che Bubulina aveva sostenuto non poco i Russi durante la guerra russo-turca, volle sequestrare l’intera eredità. La vedova Bubulina si rifugiò quindi a Constantinopoli dove, con la protezione dell’ambasciatore russo e della madre del Sultano, riuscì a farsi restituire i suoi beni. A Constantinupoli entrò a far parte della Filiki Etaireia.
Quando scoppiò la Rivoluzione Greca nel 1821, Bubulina fece ritorno a Spetses e costruì una nave decisamente grande per l’epoca, ovvero la fregata “Agamemnonas” per poter così partecipare attivamente all’evento bellico in corso. Con la fregata viaggiava spesso trasportando armi e munizioni: infatti la sua abitazione si era in quel periodo trasformata in un arsenale segreto. Con l'”Agamemnonas” Bubulina partecipò al blocco di Nafplio. Comandante della nave era il figlio di Gianuzas. Tempo dopo formò un vero e proprio corpo militare e costruì altre navi impiegando notevoli risorse finanziarie. Comandanti delle navi erano i suoi figli e suo genero.
Con la sua piccola flotta sbarcò a Milus e fino ad Argos. A Moria con Kolokotroni e Plaputas incitava il popolo alla rivoluzione. Prese parte all’espugnazione di Tripolitsa dove mise in salvo le donne del turco Hursit, facendo sì che trovassero rifugio a Patrasso. In seguito si trasferì a Nafplio, dove partecipò all’espugnazioni di Nafplio e di Monemvasia. Lì prese parte attivamente a numerose battaglie, dimostrando la sua umanità sia per i vincitori che per i perdenti.
Nel 1825 venne assassinata a Spetses durante una disputa famigliare fra suo figlio e il suo fratellastro. Statue di Bubulina sono state innalzate a Nafplio ed a Spetses.
Due mirabili esempi di umanità, di valori liberali puri e soprattutto di immensa passione per la propria Patria: due donne le cui gesta debbono essere elevate a punti di riferimento costanti.
(Archivio storico: Francesca Christopulos)

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