E’ tempo di pax geopolitica tra Yerevan e Baku, nella consapevolezza che in un momento caratterizzato dai cruenti fronti bellici a Kiev e Gaza, è imprescindibile disinnescare ulteriori fronti di tensione per avviare un percorso di collaborazione e pacifica convivenza, anche istituzionale. 

Come risultato del processo in corso tra Armenia e Azerbaigian, è iniziata la delimitazione e persino la demarcazione dei confini. Quattro villaggi azeri occupati nel 1990 e nel 1992 ci sono stati restituiti. Lo ha detto il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. Una visita quella in Germania che si inserisce all’interno di un filone che vede i due paesi compiere sostanziali passi in avanti per una nuova fase di relazioni diplomatiche, dopo gli anni caratterizzati dalla contrapposizione. 

Il presidente Aliyev inoltre ha illustrato al cancelliere Scholz come il Centro di monitoraggio congiunto Russia-Turchia, situato in Azerbaigian, abbia cessato le sue attività e si è detto fiducioso sul fatto che si possa raggiungere la pace. “Siamo pronti a collaborare con i paesi disposti ad aiutarci in questa materia. Apprezziamo molto i negoziati di pace in corso tra Azerbaigian e Armenia”.

Pochi giorni fa i ministri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia si sono incontrati in Germania su invito del cancelliere Olaf Scholz, mentre il prossimo incontro si svolgerà in Kazakistan, a dimostrazione di una rinnovata volontà pacificatrice. 

E in questo senso l’occasione data dal sesto Forum Mondiale interreligioso in programma a Baku dal 1 al 3 maggio rappresenta una vetrina di dialogo e riflessioni. La traccia di quest’anno è data da “cooperazione e interconnettività”: pace, scambi commerciali, diplomazia in vista della Cop29 che si terrà in Azerbaigian. Due giorni fa è stato in Vaticano per presentare il Forum il consigliere per gli affari speciali del governo azero, Elchin Amirbayov.

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