Gli scontri tra le forze politiche in Libia si sono allargati a causa dell’accordo firmato dal governo di unità nazionale di Dbeiba con la Turchia sull’esplorazione di petrolio e gas nel Mediterraneo. Lo ha detto il Generale Khalifa Haftar in occasione di un discorso pronunciato nella città di Al Zufra.

Secondo il leader dell’LNA l’accordo sulla zona economica esclusiva, contestato dalla Grecia perché taglia in verticale il mare sotto Creta, include molte concessioni a Ankara. Per questa ragione c’è stata l’opposizione di molte potenze nazionali e regionali, tra cui l’Egitto. 

Si tratta del tentativo della Turchia di trasformare il Paese in un protettorato e controllarne le risorse energetiche, ha detto, paragonando la Turchia all’impero ottomano, definendola un potere “regressivo, oppressivo e odioso”. Ma non è tutto, perché in scia all’intervento di Haftar c’è la posizione espressa dal numero uno della National Oil Company of Libya (NOC) Farhat Bengdara secondo cui la Libia sta valutando l’idea di un gasdotto verso Egitto e Grecia che trasporterebbe il gas naturale in Europa e si sommerebbe all’altro gasdotto collega la Libia all’Italia.

E ha annunciato di essere in procinto di firmare un investimento con Eni per produrre gas dall’offshore, qualcosa che va dai 6 agli 8 miliardi di dollari e presto inizierà anche un programma di perforazione offshore e onshore da parte di Eni e BP per aumentare la produzione. 

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